Che cosa succede a quelle persone piene di beatitudine e di luce che chiamiamo osservatori distaccati? Potremmo chiamarli viaggiatori: infatti, sono viaggiatori attraverso il mondo fisico, attraverso la scatola. Durante questo viaggio hanno la possibilità di scegliere di rimanere osservatori distaccati; se rimangono in tale stato possono avere una ricca vita interiore pur svolgendo tutte le loro attività quotidiane. Agiranno, però, come se fossero degli ospiti, dei fiduciari o appunto, dei viaggiatori. Conoscono la scatola e la vita al suo interno, ma sanno che il loro viaggio è lungo.

 

Essi sanno di avere un’uscita e conoscono la vita al di là della scatola. Se potessero avere questa attitudine in modo costante, saranno in grado di avere una ricca vita interiore e d’influenzare il mondo esteriore, qualsiasi cosa succeda. Tuttavia, durante questo viaggio, ai viaggiatori capita di perdere la bussola. Tutto comincia in modo molto semplice: si dimenticano di essere dei viaggiatori, si dimenticano che c’è un’uscita. Per qualche motivo inizia spesso un po’ di confusione. In questo stato di smarrimento sembra essere ragionevole creare attaccamenti e affezioni all’interno della scatola che però è temporanea e in continuo cambiamento.

 

È come se una persona arrivando come ospite a casa di qualcuno dicesse: “Questa è la ‘mia’ stanza e questo è il ‘mio’ angolo e solo io posso usarli”, ma prima o poi, invece, se ne dovrà andare. Nello stesso modo iniziamo a credere di possedere qualcosa, magari qualcosa di semplice, magari solo una pentola rotta. Cominciamo ad applicare la parola ‘mio’ o ‘mia’ a cose del mondo esteriore. Appena iniziamo a utilizzare questa parola “mio”, con l’eccitamento che ne deriva e il senso di possesso e attaccamento, emerge anche la preoccupazione di perdere. Basta un piccolo attaccamento per creare un’insicurezza e una volta creato questo agli esseri umani non piace sentirsi insicuri; infatti uno dei principi assoluti che ci accompagnano è la voglia di sentirsi sicuri, non siamo in grado di gestire il senso d’insicurezza.

 

Così facciamo ogni sforzo per sentirci al sicuro. Tuttavia, in tale stato confusionale la nostra risposta al senso di insicurezza è quella di creare nuovi attaccamenti. Quindi avremo più cose, e più saremo attaccati a quella scatola, più avremo paura di perderle creando ancor maggiori insicurezze subconscie. Ci si trova così in una trappola dove lo slogan diventa ‘voglio essere sicuro’. Come? Creando più attaccamenti, e la cantilena si trasformerà in ‘voglio di più’.

 

Questo modello si presenta in modi diversi. Si vogliono più cose materiali, o più attenzione e si diventa dipendenti da svariate cose, e si desidera di più, sempre di più. Tutto ciò, compreso i fenomeni di dipendenza e qualunque comportamento vediamo, è solo un modo per risolvere il senso d’insicurezza. Tuttavia lo si vuol risolvere nella scatola, dove tutto è temporaneo. Questo comportamento è possibile solo nello stato di confusione. Quando lo stato generale è di confusione non si avrà mai una risposta, ma piuttosto tenderemo a complicare le nostre vite. Quando abbiamo molti attaccamenti, emergono nuovi sentimenti. Possiamo perdere delle cose, addirittura abbiamo già perso molte cose.

 

L’insicurezza peggiora e nasce il disappunto e la voglia di paragonarsi agli altri. L’insicurezza è alla base di tutti i problemi sociali del nostro pianeta. Perchè c’è violenza in questo mondo? L’origine è proprio l’insicurezza a livello personale, nazionale e internazionale. Perchè ci sono fenomeni di dipendenza in questo mondo? L’origine ancora una volta è l’insicurezza. Perchè c’è depressione e tutti i problemi di nevrosi e psicologici? Le origini sono da cercare nell’insicurezza. Anche in riguardo ai problemi di salute fisica è presente un enorme fattore d’insicurezza subconscia che contribuisce a crearli.
Al contrario, quando una persona si sente sicura tira fuori il meglio di sè. Solo una persona sicura prova un sentimento di pace. Quando si sente sicura ha l’esperienza di elevate emozioni d’amore, felicità e appagamento. La sicurezza fa esprimere il meglio. Tutto ciò è valido per gli uomini e per gli animali. Se un cane si sente insicuro, abbaia e morde; se si sente sicuro, giocherà. Solitamente pensiamo che le risposte stiano nell’imprevedibile scatola. Anche le grande istituzioni e le persone assennate lo sanno questo che ‘abbiamo bisogno di sentirci sicuri’, ma anche loro pongono le basi della loro sicurezza nella scatola e la usano come supporto.

 

Il modello spirituale ci dice che abbiamo un’altra opzione: ci dice cioè di diventare osservatori distaccati di questa scatola imprevedibile. Il nostro punto di partenza è già la sicurezza. Invece di creare nuovi attaccamenti e affezioni, dobbiamo liberarcene. Cerchiamo di capire se abbiamo davvero bisogno di possedere qualcosa, così capiamo che il viaggiatore non può possedere nulla e non ne ha neppure la necessità. Egli osserva tutti gli scenari che vanno e vengono, per lui sono tutti belli. Il viaggiatore pensa che la sua vita è ricca con nuove scene ovunque. Sa benissimo che esse cambieranno, che spariranno. Soprattutto sa di essere al sicuro e che il suo viaggio continua.

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