Platone usa un termine greco ‘nous’. Una bella traduzione di questa parola è intelligenza filosofica e un modo per descriverla è ‘mente simile a quella di Dio’. Con nous vedi le cose come le vede Dio. Nella conoscenza Raja Yoga le parole usate sono: “intelletto paras” e “intelletto patar”. Paras è l’intelletto identico a quello di Dio. Patar, invece, significa intelletto di pietra. Patar limita la persona al mondo fisico. Quello che vediamo oggigiorno, la cultura della società, è basato sull’intelletto patar.

 

Come si vede il mondo con l’intelletto paras? Paras vede il mondo fisico come una piccola storia, come se fosse un teatrino basato su una storia, piccolo. Poi c’è il mondo oltre la storia. Oltre la storia c’è il mondo reale. Questo è il mondo di luce con persone di luce. Questo mondo è eterno, esiste per sempre. Paras può vedere tutto ciò in modo ovvio. Patar è invece così tanto imprigionato nella storia che non riesce a vedere niente al di là. Perchè Patar non può vedere il sottile. Non può vedere ciò che è eterno, invece per Paras è naturale vedere quella grande immagine, per lui l’eternità è naturale.

 

Questo fa un’enorme differenza, chi è Paras ora può vedere l’immagine completa. Vede che tutte queste persone di luce hanno una casa, il cielo, il mondo eterno è la casa e appartengono alla famiglia delle stelle eterne. Non si lamentano della storia, non hanno ansie riguardo alla storia, non hanno bisogno di pensare alla storia. Vivono nel mondo reale con gente reale. In questo mondo reale, tutti sono nobili. Tutti, in questo mondo, sono senza desideri, senza dispiaceri e senza ego. Zero desideri, zero dispiaceri, zero ego, che mente! Perché queste persone di luce hanno capito la storia per quello che è e trovano assurdo crearvi attaccamenti. Trovano assurdo creare desideri o addirittura avere preferenze nella storia. Non esistono disperazioni.

 

Come risultato, non c’è motivo di avere alcun tipo di dispiacere e quando non c’è traccia di dispiacere quello che rimane è una beatitudine silenziosa. Loro sperimentano uno stato di silenziosa contentezza e pace. Sentono che il loro mondo è molto bello e anche la storia è molto bella. Ogni cosa è buona e ognuno è buono. Più riusciamo a conoscere noi stessi più riusciamo a capire che anche gli altri sono così. Riusciamo davvero a capire che questa è la famiglia di principi angelici e che essi appartengono al Re. L’intera realtà è eterna. Tutto qui è senza desiderio, senza dispiaceri e senza ego. Gente di beatitudine e bellezza, meritevoli del più grande rispetto. Sono come dei Raj Rishis dove Rishis significa saggi e allo stesso tempo principi. Perché saggi? Perché chi ha meno desideri e meno ego è chiamato saggio. Queste persone di luce hanno zero desideri, zero dispiaceri, zero ignoranza, zero ego, zero vizi. Sono Raj Rishis, meritevoli del più grande rispetto, del più grande amore, sempre e per sempre.

 

L’intelletto paras può occuparsi di tutto ciò: tutti sono meritevoli d’amore, tutti appartengono a questa famiglia, tutti sono buoni e il mondo della perfezione è l’unico mondo che esiste. Paras non fa fatica a raggiungere la perfezione, è come se si fosse svegliato a vedere la perfezione. Non c’è nulla da cambiare o da sistemare, ogni persona è buona, ogni cosa va bene, tutto è al meglio. Un mondo incredibile in qualche modo e giù sotto c’è la storia e neanche per questa c’è qualcosa di cui lamentarsi. Sente, vede bellezza e perfezione tutto intorno.

 

Il suo compito, se un compito esiste, è quello di aiutare il principe in visita, a uscire dall’incantesimo, l’incantesimo di Patar. Si rende conto che tutti hanno vinto un grosso premio. Ognuno è un principe ed è parte di questa civiltà divina. Fa parte della famiglia di Raj Rishis, principi angelici, amati dal re, amati da tutti, per sempre. Un premio immenso si trova proprio davanti al nostro naso. L’intelletto Paras capisce che ciò che gli è richiesto è solo di svegliarsi, di svegliare l’angelo. Che cosa può fare l’angelo sveglio? Dirigere l’attenzione verso il Cielo. Maggiore attenzione si dà all’Angelo e più lo aiutiamo; e allora diventerà facile, per l’Angelo, riscoprire se stesso. Questi principi angelici si rendono conto dell’immenso valore della loro visione, dei loro pensieri e del loro tempo. Questo è il dovere dell’Angelo, il compito angelico.

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